La piccola casa dei ricordi perduti di Helen Pollard.

Quando ho acquistato questo libro non avevo capito che l'autrice fosse intenzionata a realizzare una trilogia, ovvero che avrebbe avuto un seguito e poi un altro ancora. Pensavo fosse autoconclusivo. Invece, alla fine della lettura, nei ringraziamenti, scopro che dichiara di avere molti lettori che le chiedono il seguito, già quasi pronto, insomma parlo del tempo in cui ha pubblicato questo libro e aveva già scritto il seguito.

Io sono arrivata molto tempo dopo sia ad acquistare i due romanzi che a leggerli, perché una cosa che mi piace fare da lettrice (non so se capita anche a voi) è di acquistare al momento opportuno (spesso quando ci sono sconti e offerte all'orizzonte) degli eBook molto più spesso che dei cartacei e poi conservarli nel kindle per il momento in cui avrò voglia di leggerli, che non è sempre subito dopo l'acquisto.

A invogliarmi all'acquisto in questo caso è stata la copertina, che di solito deve attrarre subito l'attenzione del lettore, il titolo e certamente la sinossi, perché mi sembrava una storia affine a me, ai miei gusti letterari. In effetti lo è, perché la storia è partita molto bene anche se, andando avanti con la lettura, l'ho trovata molto, ma molto inverosimile.


C'è da capire, innanzitutto, se il titolo abbia attinenza con la storia, perché non riesco a capire quali siano i ricordi perduti di cui parla l'autrice. I ricordi della protagonista Emmy? Ma cominciamo dal principio...

Emmy si reca con il suo fidanzato Nathan in vacanza in Francia, in un luogo magico, una specie di pensione per poche persone, quelle che possono accettare un ambiente molto casalingo in mezzo alla natura. La tenuta in questione ha persino un nome: “La Cour des Roses”, un luogo in cui poter stare a contatto con la natura, passeggiare in mezzo alle galline, ammirare splendide albe e romantici tramonti, lontani dal caos cittadino, facendo conoscenza con i proprietari Rupert e Gloria che lo gestiscono insieme.

Peccato che il colpo di scena (già questo inverosimile) arrivi subito, ovvero quando Emmy scopre il suo fidanzato tradirla con la moglie del proprietario di questo posto, ovvero Gloria, una donna anche molto più adulta di lui.

Nathan dà poche spiegazioni a Emmy, anzi non ne dà per niente, e pur consapevole che il suo gesto abbia causato una rottura forte tra loro, e un terribile malore con tanto di caduta a Rupert che pure ha la sua età ed è costretto in ospedale, se ne frega, decidendo di interrompere la vacanza e di andarsene con la sua amante.

In questo preciso momento della storia comincia l'assurdità delle cose perché Emmy, che in quel luogo è solo una turista, ve lo ricordo, deciderà di restarci per aiutare il proprietario Rupert a riprendersi per primo e a portare avanti la sua attività senza che la ragazza ne abbia nulla in cambio (forse le evita di pagare la vacanza, ma questo direi che è il minimo!) Così la nostra protagonista, da intraprendente agente del marketing in Inghilterra, dove lavora in una facoltosa azienda, si trasforma in una sorta di sguattera che deve portare avanti una pensione non sua, dove cucinare, badare alle galline, rifare i letti e accogliere con tanto di sorriso sulle labbra i nuovi ospiti in arrivo da tutte le parti d'Europa.

Cosa c'è di credibile in questo atteggiamento? Me lo sono chiesta per tutta la lettura. Niente, a mio avviso.

Voi reputate normale che una turista si adoperi tanto in una pensione in cui era ospite per pochi giorni, soltanto perché il suo fidanzato l'ha tradita ed è andata via con la moglie del proprietario? Cioé, vi sentireste in dovere di aiutare quest'uomo a rimettersi in sesto e a portare avanti la sua attività senza guadagnare il becco di un quattrino, se non la stima di mezzo paesello? Beh, dato che al mondo si campa di stima, in effetti... o no? Sono ironica, ovviamente.

Non mi sento di reputare in modo crudele tutta questa faccenda, perché nella vita, in fondo, tutto può essere fattibile, ma io da turista non mi sognerei mai di comportarmi come Emmy, la quale non solo viene bellamente sfruttata, a un certo punto, dal signor Rupert ma, a sua volta, riesce ad andare a letto con un altro tizio, poco dopo essere stata tradita, fregandosene dei dieci anni di vita con Nathan, e addirittura, verso la fine della storia, a farsene piacere un altro ancora, solo perché raccomandato dallo stesso Rupert, che mi sembra più un burattinaio che il titolare di una pensioncina. Anche perché chi può assumersi l'onere di decidere della vita degli altri? In questo caso, malgrado il tradimento abbia accomunato i due, ovvero Emmy e Rupert, io non mi sento di giustificare o di rendere credibili i loro comportamenti, soprattutto perché sul finale...

E non vi racconto altro!

UNA STORIA DA GUSTARE CON...

una coppetta di fragole di stagione per la loro freschezza e perché ci fanno sentire a contatto con la natura attraverso la loro genuinità e il colore acceso che le contraddistingue e può ricordare tanti altri colori nella campagna francese (e non solo in quella!)

  

LA MIA VALUTAZIONE.

 


 

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