“Una stanza tutta per sé”, l'importante saggio di Virginia Woolf.

Una stanza tutta per sé” è un vero e proprio saggio nel quale Virginia Woolf, una delle più grandi scrittrici britanniche di tutti i tempi, racconta ciò che, a suo dire, dovrebbe fare una donna per poter svolgere l'attività di scrittrice.

Parliamo di un'epoca lontana dalla nostra, come è ovvio, dato che la scrittrice è vissuta tra la fine del 1800 e la metà del 1900. Un periodo storico molto complesso per le donne che si affaccendavano nelle prime imprese per conquistare i propri diritti sociali e istituzionali, e per le quali era impensabile diventare scrittrici.

Quando la scrittrice perderà entrambi i genitori, per quanto segnata da questi eventi, si sentirà più libera nel suo agire e, insieme al fratello Thoby, si trasferirà nel quartiere di Bloomsbury cominciando a sostenere la lotta delle suffragette¹.

È un tempo importante per il genere femminile, in quanto esso si immola per una causa fondamentale, quella della libertà di pensiero e di azione, in una società prettamente maschile e maschilista nella quale una donna passa dalla famiglia di origine, dove è il padre a decidere il suo destino, al matrimonio, dove a sostituire la precedente figura sarà il marito.

Virginia Woolf sostiene che sia un uomo che una donna, per svolgere un'attività artistica, debba provenire da una famiglia abbiente, avere quindi una disponibilità economica tale da garantire un sostentamento minimo, per potersi dedicare alla passione che lo/la anima.

Ciò vale, ed è un fattore importante, in particolare per le donne, alle quali si rivolge con premura e attenzione, rimarcando più volte la necessità di diventare indipendenti, di dedicarsi a ciò che vogliono. E se amano scrivere, è necessario che abbiano a loro disposizione almeno cinquecento sterline l'anno - oggi questa cifra in Gran Bretagna sarebbe una bazzecola anche percepita mensilmente - e una stanza tutta per sé, una stanza nella quale raccogliersi in riflessione, per leggere e scrivere. Una stanza nella quale vivere di cultura e di libri, di studio e di istruzione, così da emanciparsi e da ottenere dei ruoli di rilievo all'interno della società. Solo con lo studio, infatti, la nota scrittrice ripete, è possibile raggiungere una posizione sociale tale da farsi ascoltare dagli uomini. Solo la cultura può permettere a ogni essere umano di uscire dal suo involucro e, nel caso delle donne, dalla loro gabbia dorata. Una gabbia nella quale il mondo del tempo le vuole vedere affinché rimangano affermate la supremazia e la superiorità maschile, argomento purtroppo molto attuale nella sua epoca – e non solo nella sua, aggiungerei!

La donna può ottenere grandi risultati, può diventare una persona importante, raggiungere dei traguardi di grande risonanza soltanto se studia, se spende il suo tempo sui libri, se legge. E se ama scrivere, se riesce a realizzarsi in questa attività artistica, deve impegnarsi a fondo.


È un saggio molto interessante, oltre che intenso, particolareggiato, impegnativo.

La Woolf, tra l'altro, aveva fondato insieme al marito Leonard Woolf una casa editrice nel 1917 con la quale selezionava e pubblicava manoscritti di giovani autori. Per questo motivo, è molto evidente oltre che ben evidenziato il suo senso critico verso i testi altrui, è una fervida lettrice e una grande appassionata di classici. Riflette sulle sue letture e ne evidenzia le peculiarità, oltre ai punti più rilevanti, giudicando valida questa o quella. Insomma, questa figura a cavallo tra il XIX e il XX secolo, è uno stimolo importante per le donne, in particolare per le scrittrici, e per chi, come lei, amava vivere d'arte.

 

Tiziana Iaccarino. 



 

¹ Il movimento di emancipazione femminile nato per ottenere il diritto al voto delle donne.

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