Com'è cambiato il blogging nel tempo.

Cos'è il blogging?

Blogging è il participio presente dell'Inglese blog, quindi si tratta di esprimere le proprie opinioni su un diario, una piattaforma online, riguardo a qualunque specifico argomento. Insomma, si tratta di fare il blogger, ma in maniera molto più avanzata e professionale, sapendo che ci sono delle informazioni da cui non ci si può sottrarre e da far conoscere agli altri. Per fare il blogger, però, bisognerebbe apprendere una serie di nozioni, come per esempio il linguaggio html o il linguaggio SEO in modo da essere visibili e reperibili facilmente sui motori di ricerca, saper scegliere come impostare il proprio blog, di cosa parlare, come improntarlo, cosa pubblicare, con quale cadenza, come e con chi collaborare per farlo crescere e per svilupparlo, cosa recensire, se tratta anche opinioni personali di un'esperienza o, nel caso dei book blogger, della lettura di un libro, e soprattutto bisognerebbe sempre tenersi aggiornati.

ESSERE BLOGGER SIGNIFICA...

Oggi qualunque persona può aprire un blog e vantarsi di essere un blogger, ma bisogna fare una serie di distinzioni.

In primis:

Chi è davvero un blogger e cosa fa? Ma, soprattutto, quale settore segue e vuole trattare sul suo diario virtuale?

Ci sono milioni di blogger sparsi nel mondo che si occupano degli argomenti più disparati.

Bisogna riconoscere l'argomento a noi più consono o che conosciamo meglio per poterci infilare le mani, per poter impastare e amalgamare tutti gli ingredienti fondamentali affinché si sforni un prodotto buono, ben fatto, ben presentato, allettante agli occhi degli altri.

Possedere un blog non è come andare a giocare a tennis o a ping pong. Non è uno sport, un hobby o semplicemente un modo per passare il tempo, se non si ha altro da fare. Possedere un blog deve essere una passione. Una di quelle capaci di animare ogni giorno, di invogliare a fare sempre, a fare bene, e a fare sempre meglio e sempre di più. Avere un blog, inoltre, non significa rintanarsi in una stanza e non avere rapporti sociali o uscire, perché si possono fare tante conoscenze che poi diventano incontri veri e propri, collaborazioni e magari occasioni di lavoro vero e proprio, oltre che di svago. Ci si incontra alle fiere, ai festival, alle presentazioni letterarie, ai club letterari, e a tutte quelle occasioni in cui ci si può dedicare alle pubbliche relazioni anche per farsi conoscere di persona.

IL RUOLO DEL BOOK BLOGGER ODIERNO.

Il book blogger, che è il ruolo nel quale mi districo a tempo perso, lo ammetto ormai, è quel personaggio che decide di parlare di libri, di leggerne, di valutarne per consigliare i migliori o per sconsigliare quelli che reputa non passabili, quelli che non vanno acquistati, quelli per cui si perde solo tempo (e soldi). E poi ci sono, di certo, quelli per i quali vale la pena farsi una fila in libreria o spendere una certa cifra sugli stores online.

IL SOSTEGNO DEI BOOK BLOGGER ALL'EDITORIA.

L'ultima uscita, la novità del momento, la scrittrice più famosa, l'esordiente più quotata ha sempre bisogno di chi sostenga il suo lavoro, e in questo caso ci pensa la casa editrice, attraverso il suo ufficio stampa, magari contattando giornalisti professionisti, o pubblicisti, e in particolare book blogger, perché oggi questa figura, soprattutto attraverso il web viene considerata in virtù del fatto che riesce a raccogliere moltissimi follower o seguitori sui social media e a ricevere un buon numero di visite giornaliere sui propri canali di informazione.

Essere book blogger, però, non significa favorire questo o quello, collaborare solo con i singoli, a meno che non si abbia un contratto di collaborazione fisso con qualche casa editrice o autore indie, ma significa spaziare, ovvero occuparsi dei generi più disparati, degli scrittori che trattano gli argomenti più diversi tra loro. Insomma, si può amare il genere rosa, ma magari leggere il giallo e quindi parlare del giallo.

Si può cercare un thriller e leggerlo per recensirlo per conto di... o magari per conto proprio, e amare, invece, i saggi, e invogliare alla lettura di questi ultimi. Questo, però, non deve significare forzatamente favorire un testo piuttosto che un altro.

Ci sono testi che possiamo amare e apprezzare e altri che ci risultano indifferenti, ma questo non significa doversi vantare di essere “selettivi” o di scegliere solo il meglio perché, dopotutto, chi decide cosa sia il meglio per gli altri? Chi si reputa tanto bravo da sapere cosa consigliare agli altri? O, peggio, come gli altri debbano spendere i loro soldi? È quindi anche un ruolo delicato e di estrema responsabilità.

LE SCELTE DEI BOOK BLOGGER SUI LIBRI.

Al giorno d'oggi si possono trovare solo book blogger interessati a collaborazioni con case editrici, che quindi decidono di ignorare, e neanche rispondere a e-mail e/o a messaggi di altro tipo, per ottenere una visibilità e un portfolio diverso rispetto a chi sceglie collaborazioni di vario genere.

Ci sono book blogger che, invece, non hanno preferenze: che scelgono di collaborare e quindi di leggere, recensire e promuovere, sia autori indie che pubblicati con case editrici.

Ci sono quelli che amano principalmente le fiere, che seguono soltanto chi va agli eventi più glamour.

Ci sono quelli che preferiscono seguire un autore o un'autrice in particolare.

Ci sono addirittura quelli che recensiscono solo dietro compenso. E magari offrono una serie di servizi editoriali che, non si capisce, con quale titolo e voce facciano.

E poi ci sono quelli che preferiscono leggere qualunque testo, senza preferirne uno in particolare, senza privilegiarne uno in particolare, senza collaborare con nessuno, ma seguono il proprio istinto, il proprio stato d'animo, la propria coscienza, la propria passione per i libri, la propria libera volontà.

E io credo di far parte proprio di quest'ultima categoria. Anche se scrivo, a mia volta, mi sono sempre dedicata alla lettura e alla critica dell'opera altrui, incentivando, sostenendo, promuovendo chi, a mio parere, lo meritava senza per questo fare festa se altri non erano in grado di ottenere determinati risultati, senza affossare il lavoro di nessuno, ma nel massimo rispetto di tutti.

REVIEW PARTY E COLLABORAZIONI (quasi) ESCLUSIVE.

Ci sono anche book blogger che decidono di partecipare soltanto ai Review Party, ovvero a quegli eventi virtuali nei quali una casa editrice, una agenzia di comunicazione, un autore indie, una agenzia letteraria raccoglie un numero preciso di collaborazioni a cui chiedere la lettura di uno stesso testo e fornisce loro una data precisa per la pubblicazione della recensione. Una data che significa molto per il testo in questione in quanto deve corrispondere, normalmente, con l'uscita del volume.

Questi eventi, normalmente, dovrebbero essere gratuiti.

Si fornisce ai book blogger il testo, digitale o cartaceo, e si chiede una partecipazione attiva tramite un gruppo virtuale, magari sui social (come Facebook), ma è difficile che si paghi chi partecipa anche se, ultimamente, a essere sincera, ho notato che c'è chi si fa pagare per organizzare questi eventi. Non so se poi le book blogger che vi partecipano sono informate, sono rimborsate, sono retribuite o altro. Credo che la chiarezza, e la trasparenza nei rapporti, in certi casi sia fondamentale.

AVETE UN BLOG? AMATE I LIBRI? SCEGLIETE O VI FATE SCEGLIERE?

E voi, avete un blog? Amate i libri? Ne parlate senza distinzioni? E soprattutto scegliete sempre cosa leggere e recensire, o di cui parlare sui social media o vi fate scegliere da chi vi contatta?

Preferite collaborazioni temporanee, preferite essere libri di decidere o semplicemente vi dedicate al vostro blog a tempo perso?

A quale categoria appartenete?


 

Tiziana Iaccarino

Author&Blogger

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