Nei romanzi più dialoghi e meno descrizioni?

Mi sono posta questo quesito un po' di tempo fa, quando una lettrice esaminò un mio romanzo e si lamentò del fatto che ci fossero troppe descrizioni e pochi dialoghi (era al primo capitolo, credo!)

Ho riflettuto a lungo su questa sorta di preferenza e mi sono detta che un libro, di solito, viene pubblicato così come il suo autore (scrittore) lo ha immaginato e inquadrato. Voluto scrivere, in pratica.

Io sono una lettrice che ama in particolare il genere rosa, ma non disdegna il giallo, l'avventura, lo storico, le biografie, etc... Insomma, quando mi capita, leggo un po' di tutto. E devo dire che le descrizioni nella narrativa sono fondamentali, a mio avviso. 

Mi è capitato di incappare in libri (romanzi, per la precisione) in cui c'era l'80% di dialoghi e il 20% di descrizioni dei singoli personaggi, degli ambienti, della location, e non si dava spazio (o se ne dava davvero poco: all'introspezione, al pensiero dei personaggi, alla loro coscienza, alle loro sensazioni, alle loro idee).

Non mi piaceva.

Lo confesso.

Forse appartengo a una vecchia scuola di pensiero, forse non appartengo al ventunesimo secolo, forse io avrei dovuto nascere in un'altra epoca, ma i libri vanno raccontati con le descrizioni e una buona dose di introspezione, ovvero il raccontare gli stati d'animo dei personaggi e tutto ciò che li riguarda e/o li circonda.

Una storia che contiene solo dialoghi tra personaggi (dove, io lettrice, magari conosco solo i rispettivi nomi e giusto se hanno gli occhi chiari o scuri) è povera.

È una storia carente.

È una storia che non mi fa sognare. Anzi, per meglio dire, che non mi fa entrare nel libro. Non mi fa entrare nel luogo in cui si trovano e agiscono i personaggi.

       Fonte foto: pexels.com

Ci sono addirittura testi in cui non si sa dove si trovino i protagonisti, in che città, luogo, posto di mondo. Un fantasy? No, magari proprio un romanzo rosa. Proprio quella che aspira a essere “narrativa”.

Mi rendo conto che ci siano lettrici che vogliono leggere soltanto sceneggiature, quelle dove i dialoghi abbondano, perché appunto sono copioni di film o opere teatrali, ma i romanzi sono tutt'altro discorso. I romanzi sono tutt'altra storia.

I romanzi si devono “romanzare”, quindi raccontare, descrivere, anche con minuzia dei particolari, facendo immergere il lettore in una determinata atmosfera, permettendogli di entrare tra le pagine per far parte di quella storia. E questo non è possibile solo scrivendo dialoghi. Magari insulsi, magari di poco conto, magari poco interessanti. 

Un romanzo in cui il 70% o addirittura 80% è di dialoghi è un romanzo che mi racconta poco, che mi offre poco, che non mi fa sognare, che non mi fa entrare nella storia.

Se vi appassiona alla narrativa, quella vera intendo, scoprirete che le descrizioni sono una regola, una parte importantissima, per non dire fondamentale in una opera letteraria.

Fateci caso!

 

Tiziana.


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