“Il duca e Cenerentola”, una favola bellissima.

Il duca e Cenerentola” è la storia più recente della scrittrice Virginia Dellamore.

Questa storia, che si rifà alla favola di Cenerentola, anzi prende spunto per essere più precisi, come ha ammesso la stessa autrice, in realtà è un romanzo molto appassionante.

Premetto che io amo tutti i suoi romanzi regency, infatti li ho letti quasi tutti (e dico quasi per un motivo che troverete spiegato qualche rigo sotto), conosco le sue caratteristiche, il suo stile narrativo, molto lineare e fresco, e la sua talentuosa capacità di incollare i lettori alle pagine.

Devo dire che era da tempo immemore che uno storico non mi prendeva in questo modo, senza permettermi di fare pause, senza concedermi un distacco emotivo tale da dire: “Vabbé, lo riprendo uno o due giorni alla volta, anche mentre leggo altro, come faccio di solito”. In questo caso, ho trovato molto difficile alternare altre letture, come d'abitudine, perché questa mi ha davvero rapito. E, credetemi, non è facile rapirmi al punto da non lasciare una lettura che, per un motivo o un altro, mi costringe a fare pause, a leggere altro. A volte, infatti, incappo in libri che mi costringono a fare brevi o lunghe pause, perché non mi prendono al punto da terminarli subito.

Con questo è stato praticamente impossibile, ve lo dico da subito.

Una storia che sembra come tante, dove la protagonista fa la parte di una povera sventurata, soprattutto in un'epoca in cui alle donne era consentito poco o niente, solo di sposarsi, a dirla tutta ha invece ribaltato il mio iniziale pensiero, diventando un romanzo tanto coinvolgente da non poterlo lasciare neanche per un attimo.

Claire non è una protagonista come un'altra, è una ragazza istruita, intelligente, che ha una grande personalità. Non è particolarmente bella, come le fanno notare spesso le persone, e infatti non conquista gli uomini con il suo aspetto esteriore, ma con il suo carattere e il suo essere una donna inusuale per l'epoca. Di questo si accorge quasi subito il duca di Woburn, un uomo apparentemente burbero, piuttosto scontroso, poco incline ai sentimentalismi, e decisamente orso come diremmo oggi. Malgrado, un fascino notevole, un portamento regale, una ricchezza sfacciata e uno dei titoli più altisonanti del Regno, dato che appartiene a una Casata di grande rilevanza, Brexton Woburn non è un uomo facile, anzi... è un personaggio che nasconde una grande sofferenza interiore, a causa di un'infanzia davvero infelice. A scoperchiare ciò che custodisce il suo animo è proprio Claire con il suo modo di fare, con la sua verve, con il suo essere totalmente ingestibile, indipendente, ribelle e consapevole della sua intelligenza.

Il loro incontro casuale diventa così un appuntamento con il destino accompagnato dalla smaniosa voglia di conoscersi, di rivedersi, di cercarsi, e infine di desiderarsi anche solo con uno sguardo.

La narrazione alquanto semplice ha reso la storia accessibile a tutti i tipi di lettrice, ha reso armonica un'opera che è capace di conquistare perché è proprio bella così. C'è da dire, però, che passa anche un importante messaggio attraverso le sue pagine: quello della bellezza interiore, tanto denigrata nella nostra epoca, tanto sottovalutata, tanto insignificante per alcuni, ricordandoci che un uomo può innamorarsi di una donna anche e soprattutto grazie alla sua personalità, perché la bellezza non è tutto nella vita.

Il duca di Woburn si innamora di Claire proprio per la sua forza, il suo carattere, la sua indipendenza, la sua voglia di non seguire affatto le regole, il suo semplicissimo accettarsi così com'è. Non civetta o pretenziosa o snob come le altre dame, ma amabilmente vera, autentica, semplice, e desiderabile proprio per i suddetti motivi.

Ho amato questa storia dalla prima all'ultima pagina e, se a un certo punto pensavo che la Dellamore si fosse fermata a scrivere trame troppo uguali tra loro, finalmente posso dire che nelle più recenti pubblicazioni della scrittrice ho trovato l'impegno a costruire narrazioni più appassionate e certamente meno prevedibili nell'incedere del racconto. Cosa che reputo fondamentale nei regency, per non annoiare le lettrici, che potrebbero finire con il ritrovarsi le stesse situazioni, con tanto di location, in ogni storia acquistata.


 LA MIA VALUTAZIONE.


 

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