Dagger Drown College.

Una vera rivelazione questa per una scrittrice che, sotto pseudonimo, si è prestata a un genere decisamente forte. Non come i precedenti, decisamente più soft e pubblicati con il suo nome, ma di un livello diverso.

Quest'opera evidenzia le debolezze umane, i limiti, la fragilità e anche l'idea che, alla fine dei conti, in questo mondo, siamo tutti schiavi di un sistema.

Quando, però, si trova il modo di liberarsi da quel sistema, ecco che spunta la parte più rabbiosa e proibita, quella che non vorremmo far conoscere alla società ma che, in un certo senso, essa stessa ci costringe a creare, come un mondo parallelo nel quale rifugiarsi sapendo di poter essere se stessi. Finalmente se stessi, con i propri lati di luci e quelli bui. Quelli che ci portano a osare, a sdoppiarci, a tornare all'istinto primordiale, a riappropriarci dell'essere umano selvaggio che ci abita e tiene a parte quello inibito.

Questa storia vi ricorderà quanto in ciascuna persona abita l'essere senza inibizioni, un umano che diventa animalesco nel suo profondo prostrarsi all'istinto più primordiale. Ecco il desiderio di chi, anche al potere, riesce a liberarsi di ogni maschera, e lo fa di nascosto, senza veli né timori creando un club nel quale tutti sono liberi di fare ciò che sentono, nei limiti del rispetto altrui.

Un'opera che va raccontata e suggerita, letta e riletta, sviscerata così come i personaggi sviscerano le loro stesse anime, perché i corpi diventano un tutt'uno con una musica leggiadra di sottofondo.

L'autrice ha osato molto, si è messa in gioco, ha deciso che fosse giunto il momento di trovare un accordo tra l'abitudine di scrivere ciò che sente e il coraggio di volersi confrontare con un genere del tutto diverso dai soliti.

Penso che anche questo sia un bell'esame e che i lettori possano apprezzarlo, senza giudicarlo, perché in fondo in ciascuno di noi c'è una parte di quei protagonisti che si danno perché amano trasgredire, provare, osare, divertirsi e provare l'ebbrezza di esperienze indimenticabili.

Non vi pare?


LA MIA VALUTAZIONE.



 

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