Bugie bugie bugie

Ho letto questa storia attirata dal titolo e, ovviamente, come succede quasi sempre quando ho intenzione di acquistare un libro, soprattutto dalla trama.

Sapevo che mi avrebbe atteso un thriller domestico piuttosto prevedibile, ma non immaginavo che avrebbe raggiunto picchi di surrealismo.

Partiamo dal presupposto che è giusto sorprendere il lettore con eventi che cambino le carte in regola e facciano sembrare le cose diverse da come sono, ma in questo caso c'è da dire che la storia in alcuni punti sembra un po' inverosimile.

Una coppia innamorata, almeno all'apparenza, una figlia, una vita agiata. Tutto perfetto, se non fosse che si scoprono, mano a mano che si va avanti con la trama, tutti gli altarini che ogni personaggio cela dietro di sé. Nessuno può arrogarsi il diritto di fungere da esempio o di puntare il dito contro gli altri se, per primo, ovviamente ha qualcosa di poco chiaro custodito nella sua esistenza.

La vita di Daisy e Simon, però, viene distrutta facilmente da una cosa che si chiama alcol. E perché? Perché lui si scopre essere da sempre un bevitore accanito, e quando scopre qualcosa che fa parte del passato della moglie, lo diventa in modo radicale, fino a mettersi nei guai.

Peccato che, fino a un certo punto, il lettore conosca solo la versione dei fatti del protagonista maschile, perché quando viene a conoscenza della verità, ovvero della prospettiva di lei, la scena già cambia e inserisce altri contorni e nuovi inattesi avvenimenti.

Questa storia, però, più che attrarmi e quindi riuscire a portarmi fino all'ultima pagina con entusiasmo o con coinvolgimento, mi ha trasmesso una grande angoscia. Ho avuto la sensazione che l'autrice non volesse dare respiro ai suoi personaggi, non volesse consentire una scappatoia, una chance, un riscatto, una speranza, una via di uscita, ma preferisse lasciarli annegare nella passiva sofferenza. Ecco, ho trovato la loro sofferenza piuttosto passiva. 

Lei che sembra tentennare dal volersi separare da lui, a sua volta lui che non dialoga ma preferisce soffrire per un malinteso, l'altro, perché c'è un altro, cari amici, che si scopre essere ciò che è senza nessun vero precedente, senza nessuna chiara giustificazione. Perché un personaggio agisce in un determinato modo? Qual è il suo passato? Quali sono le sue vere ragioni? In che modo ha finito col comportarsi senza senso? Tutte domande che lasciano in sospeso il lettore, ma che non ne chiariscono le singole situazioni. Il lettore deve accettare dei dati di fatto senza comprendere come ci si è arrivati, e accettare in cambio descrizioni di cui invece non credo ci fosse necessità. Quindi, raccontare i precedenti di un personaggio no, ma dettagliare i fatti sì. 

UNA STORIA: DUE SCELTE DIVERSE DI RACCONTARE. 

La storia contiene due tipi di racconto: Daisy che parla in prima persona e Simon del quale invece si parla in terza, capitolo dopo capitolo. Questo miscuglio non mi ha convinto, sinceramente. Ma rispetto la scelta di chi ha scritto l'opera, che deve avere avuto le sue ragioni.

 

 

LA MIA VALUTAZIONE


 



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