“Molto amore per nulla” è una delle opere più recenti che ho letto di Anna Premoli.
Lei è una delle autrici di punta della Newton Compton Editori. Un'autrice che ha sempre scritto storie ben costruite e interessanti, raccontando l'amore nei suoi mille e più aspetti tra coppie diverse tra loro in situazioni altrettanto coinvolgenti.
Questa volta, purtroppo, mi ha sorpreso in negativo.
Perché?
Questo romanzo è di una prevedibilità assurda, soprattutto per chi legge tanto come me, che si ritrova spesso tra le mani storie tutte uguali con trame di cui mi sembra di conoscere già gli eventi, con personaggi che passano dall'odio, o quasi, all'amore per poi regalare al lettore l'agognato lieto fine.
In questo caso, la storia tra l'avvocato Viola e Lorenzo, uno dei soci dell'impresa che le ha affidato un compito alquanto gravoso, c'è una grossa curiosità, oltre che voglia di conoscersi, essendo molto diversi tra loro.
Molto diversi, per l'appunto, sia nell'aspetto esteriore che caratterialmente, i due protagonisti passeranno interi capitoli a stuzzicarsi, a commentarsi, a regalarsi attimi di puro svago che li distrae dal loro obiettivo sul lavoro.
Il problema è che il romanzo scade in dialoghi assolutamente inutili, di una banalità e di una superficialità che la metà basterebbe. Dialoghi che, come di solito si dice in gergo nel settore editoriale, non danno e non tolgono nulla alla vicenda, anzi... la rendono molto stucchevole e noiosa.
LA LISTA DELLA PROTAGONISTA ? CAPITOLI PREVEDIBILI .
La storia, quando lei, ligia al dovere, diligente e professionale, persino noiosa nella vita privata come donna, stila una lista di “cose che mi piacerebbe avere il coraggio di fare”, diventa un continuo sapere già dove si andrà a parare e cosa il lettore dovrà aspettarsi in seguito, senza alcun colpo di scena, senza nessuna possibilità di essere sorpresi e men che meno di emozionarsi.
LA SCRITTURA DIPLOMATICA E DISTACCATA.
La scrittura, scorrevole e impeccabile, è molto diplomatica, distaccata, fredda, senza sbavature, che forse ogni tanto ci sarebbero pure state, troppo “perfettina”, troppo “stile imperiale” che, in questo caso, non serviva assolutamente. I due mantengono un contatto freddo, da diplomatici in missione senza nessuna, e dico nessuna, iniziativa tale da incuriosire o appassionare il lettore.
Si arriva in fondo per sapere come l'autrice ci porta al lieto fine. Cosa scontata, prevedibile, e sinceramente molto ma molto poco coinvolgente.
Mi domando: è una storia adatta agli adolescenti? Forse, ma penso che pure loro si sarebbero annoiati.
LA MIA VALUTAZIONE
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