La grande sete

La grande sete”, opera prima della scrittrice Erica Cassano, fin dall'annuncio della sua uscita in libreria - avvenuta lo scorso marzo - è stata una delle pubblicazioni più attese sia per le premesse contenute in una trama di grande impatto emotivo che per il racconto della sua avventura letteraria, tra l'altro raccontata all'interno del libro.

Questa è una storia ambientata nell'Italia degli anni '40, gli ultimi della Seconda Guerra Mondiale quando, in una Napoli ancora occupata dai tedeschi, Anna e la sua famiglia vivono in una bettola che contiene un miracolo, quello di contenere l'unico rubinetto da cui esce acqua in una città ormai assetata.

Nella miseria più nera, dove nessuno ha una pagnotta per mangiare, e dove si fa fatica a campare, Anna impara la paura delle sirene che annunciano i bombardamenti, impara l'importanza di vivere con la voglia di “sapere”, senza la quale ogni essere umano si mischia alla massa senza distinguersi e migliorare la propria esistenza.

Suo padre, ferroviere, dopotutto le ha insegnato l'importanza di studiare, nonostante tutto, di capire che bisogna evolvere e soprattutto emanciparsi, loro che da Genova si erano spostati, in una sorta di esilio, nella città partenopea dove hanno conosciuto la tragedia della povertà.

In tutto questo sua madre e sua sorella Felicita, da sempre molto unite, si sono rese partecipi di eventi rilevanti, come per esempio la distribuzione dell'acqua alla popolazione senza alcunché, come la preghiera comune, e molto rilevante, che la guerra finisse a breve.

Subiranno molte prove, Anna e la sua famiglia, anche perché le Quattro Giornate di Napoli, come vengono descritte anche nei libri di Storia, non sono una passeggiata, in quanto cacciare i tedeschi dalla città si rivela un'impresa alquanto ardua per quanto non impossibile. E i cittadini spesso ne pagano le conseguenze.

Anna si ritrova a vedere scene strazianti, crude, brutali, forti, potenti, molto tragiche che la segnano per sempre e che le fanno capire anche il valore della vita, dell'indipendenza, della libertà, come valori assoluti per ogni essere umano.

In una Napoli distrutta, che deve rimettersi in piedi in qualche modo, questa famiglia rimane spettatrice di miracoli che, un poco alla volta, per fortuna, cambiano le loro sorti, quelle di ciascun componente.

Non c'è spazio per i sentimentalismi, non c'è spazio per la ragione, ma solo per la sopravvivenza e quel senso di vuoto che solo la guerra offre quando non rimane più niente, quando tutto davanti e dentro di te, si viene a distruggere.

Anna, però, si rimboccherà le maniche, lavorerà, diventando una donna emancipata, e uscirà a testa alta da difficoltà che credeva insormontabili.

UN DEBUTTO CHE VERRÀ RICORDATO.

Erica Cassano debutta con un'opera forte, con una voce potente, con una grande avventura in quella che rivela essere stata la storia di sua nonna, con un'opera che, prima di vedere la luce, è passata attraverso diverse fasi. Questo romanzo è stato valutato con grande interesse ed è giunto fino a noi perché in esso è contenuto il pregio di una storia che, in fin dei conti, ti si appiccica addosso e non ti lascia, ti commuove, ti tocca, ti emoziona, per farsi ricordare a lungo.

 

LA MIA VALUTAZIONE


 

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