Una conquista fuori menù.

Una conquista fuori menù” è il più recente romanzo di Felicia Kingsley che ho letto e che mi ha incuriosito sia per il titolo che per la trama, per quanto romanzi ambientati tra i fornelli me ne siano capitati tanti in passato, quindi niente di particolarmente originale.

L'autrice è in gamba, a mio parere, pertanto meritava la chance di esser letta, così come ho fatto con la maggior parte delle sue opere – credo me ne manchino due o tre all'appello ma, prima o dopo, rimedierò.

UNA COMMEDIA POCO COMMEDIA.

Quest'opera, che è stata presentata come la classica commedia romantica in linea con il piano editoriale della scrittrice, specializzata in questo genere di storie, sfocia però in tematiche sociali molto importanti, di certo interessanti ma anche, concedetemelo, fuori tema.

All'interno di una storia nata e presentata come leggera, quindi di puro svago per le lettrici - soprattutto quelle più giovani - si evince una stonatura tra il contesto, che per sua natura doveva essere di evasione, e le tematiche affrontate come, per esempio, cosa non da poco, la diversità di una protagonista che, a differenza delle precedenti, ben confezionate e più ordinarie, è molto lontana dalle solite e solide aspettative che si creano in romanzi non impegnativi come questo. 

Julia, infatti, è tormentata da problemi di salute piuttosto importanti che costringono le lettrici a fare i conti con una cruda realtà, quella da cui si vuole fuggire di solito quando ci si immerge in una storia come questa.

Il protagonista maschile, invece, Romeo, o Dwight, come lo si vuol chiamare, un agente sotto copertura, sembra quasi una caricatura, il classico belloccio che non deve chiedere mai, a cui va tutto liscio e cerca di mettere nel sacco i delinquenti della situazione, portando a casa un nuovo “caso” – scusate il gioco di parole.

Quindi, in questo romanzo, si evince un mix di ingredienti che male si associano tra commedia, attualità sentimentale, relazionale e sociale, ambientazione poco originale e dialoghi piuttosto scontati, da quindicenni - anche se i protagonisti sono adulti - che, a mio parere, si poteva sistemare con un pregresso: “decidiamo che storia deve essere questa”. 

Decidiamo se deve parlare d'amore o se deve insegnare qualcosa sull'amore, ma qua saremmo già sfociati in tutt'altro genere, allineandoci alle tematiche affrontate e diventando di poco più seriosi, meno rilassati, più attenti, meno coinvolti all'idea di non svagarci del tutto, ma di comprendere la coraggiosa scelta della scrittrice. 

Decidiamo se deve parlare di delinquenza e di riscatto morale per individui che possono essere recuperati attraverso il miracolo dell'amore e il reinserimento in una società difficile e pretenziosa come la nostra. 

Decidiamo se vogliamo parlare di enogastronomia con maggiore raccoglimento di idee, e quindi far emergere la parte più golosa, la cucina, e di un amore che nasce tra i fornelli - diventando, comunque e inevitabilmente, il remake del remake di quel film, di quel corto, di quel libro, di quel romanzo già letto, visto, rivisto e scontato in cui tutti noi, almeno una volta nella vita, ci siamo imbattuti.

Insomma, questa è una bella insalata. Si mettono insieme una serie di ingredienti, che però non c'entrano nulla gli uni con gli altri, e si confeziona una storia che avrebbe potuto distinguersi per altri motivi - forse non sono emersi da nessuna parte in corso di scrittura e di revisione? - così da far sospirare le lettrici, contente e soddisfatte come ogni volta che chiudono un libro della Kingsley. 

In conclusione, sono sorpresa dalla scelta narrativa che si è fatta con questa pubblicazione, perché non ho capito quale fosse la reale intenzione di chi l'ha scritta: far sorridere o far riflettere? Divertire o emozionare? Far riflettere o far evadere? 

E penso, in buona fede e in tutta onestà, che non bisognerebbe mai accontentarsi di ciò che una trama abbia da offrire, ma cercare un senso logico a tutto ciò che si legge. 

Vi chiederete, a questo punto, se si debba cercare, sempre e comunque, un senso a ogni libro che ci passa sotto mano. Perché no?” vi risponderei. Siamo esseri umani alla ricerca di sollievo anche dalla lettura ed è giusto che questa risponda alle nostre aspettative e ci trasmetta qualcosa di concretamente ed emozionalmente sensato.



LA MIA VALUTAZIONE


 

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